Parco Archeologico di Ercolano
CLIENTE
Parco Archeologico di Ercolano
DATA
2021
CREDITS
Produzione video: Filmati Milanesi / Stefano Marchino
IL BRIEF
Il Parco Archeologico di Ercolano è diventato un istituto culturale autonomo su decreto ministeriale nel 2016. Alla luce di quattro anni di esperienza ha maturato la volontà di avviare un percorso volto a definire la sua nuova identità visiva: una marca che fosse generata da un processo partecipato, di condivisione delle diverse anime che abitano il sito archeologico e che tenesse in considerazione il contesto.
LA SOLUZIONE
Il Parco Archeologico di Ercolano è un sito archeologico con un attivo territorio attorno, un caso virtuoso di collaborazione fra un ente ministeriale e uno sponsor privato, un’eccellenza internazionale. Un luogo vivo della memoria, una città dove visibile e invisibile sono parte dello stesso tutto. Tutto questo diventa segno attraverso un percorso partecipato. Si genera così una nuova identità visiva che è anche il simbolo di un rinnovato patto territoriale.
L’identità visiva creata prende vita, semanticamente, dal “Nodo Erculeo”, simbolo classico che appartiene all’iconografia universale di Ercole. Rappresenta l’impegno immortale, l’amore e la fertilità, ma anche, in termini generali, l’unione fra divino e umano. Il Nodo di Ercole tecnicamente è un nodo che rimane piano e una volta applicato, è forte e robusto ma agisce senza stressare, rovinare la materia prima; lega due corde diverse ma del medesimo diametro.
Ercole è la figura a cui, mitologicamente, si deve la fondazione della città che porta il suo nome: Ercolano. Il Nodo di Ercole, rivive attraverso la nuova Brand Identity del Parco e unisce il suo eroe con la città d’origine.
Il segno narra di un intreccio indissolubile tra la storia, il mito, la memoria e la città romana che è oggi eredità collettiva degli ercolanesi, dell’Italia e del mondo. E il momento presente, che lega senza soluzione di continuità passato e futuro, le generazioni, l’Ercolano che fu e l’Ercolano che è oggi. Una compenetrazione di storie che è possibile solo in questo luogo.
“Noi lavoriamo su quello che non c’è,
dobbiamo dare senso a ciò che manca.
Da qualcosa che è in potenza a qualcosa che è in atto”.
